Da Mafia Capitale al caso Spada, sono stati tantissimi (e quasi tutti scottanti) i casi finiti tra le mani del magistrato Simonetta D’Alessandro. Scopriamo chi era…
La biografia del giudice Simonetta D’Alessandro affonda le sue radici nella profonda fede della giustizia. Una donna dal talento e dalla determinazione unici nel suo genere, capace di tenere testa alle più scabrose insidie di un mestiere davvero complesso.
Con il suo impiego presso la X Sezione penale del Tribunale di Roma ha siglato alcune pagine importanti della cronaca giudiziaria nazionale. Ultima, l’autorizzazione ai 32 arresti che avrebbero scalfito la stabilità del clan Spada di Ostia.
Chi era Simonetta D’Alessandro?
Simonetta D’Alessandro è nata a Foggia e morta a Roma, all’età di 58 anni, dopo una carriera spesa al servizio della legge. Si era trasferita nella Capitale dopo aver mosso i primi passi come giudice proprio in terra natia. In qualità di gip (giudice per le indagini preliminari), è stata titolare di alcune delle più imponenti e complicate inchieste su scala nazionale.
Da Mafia Capitale al caso Fini-Tulliani, passando per il delicatissimo intervento sulla criminalità organizzata di Ostia sino ai 32 arresti di presunti affiliati al clan Spada che lei stessa ha autorizzato. Questo e molto altro nel suo brillante percorso professionale, entro il cui spettro sarebbero finiti anche casi di terrorismo di matrice brigatista.
Simonetta D’Alessandro: vita privata
La sfera più intima e riservata di Simonetta D’Alessandro è incorniciata da un fermo e inoppugnabile perimetro di coraggio e rigore. Forte e sicura nel suo lavoro, lo è stata anche nella propria vita privata.
Simonetta D’Alessandro era legatissima a suo figlio, Tancredi, con cui amava trascorrere serate divertenti e spensierate, nella Roma che tanto amava. “Solo lui nel mio cuore“, ha scritto sotto una foto postata sul suo profilo Facebook il 9 dicembre 2016, sintomo di un amore immenso e imperituro.
Roma Today ne riporta un ritratto attraverso le parole del presidente dell’Osservatorio della legalità del Lazio, Giampiero Cioffredi: “Una donna brillante, colta e curiosa“.
La morte del giudice Simonetta D’Alessandro
Sarebbe stato proprio il figlio a dare l’allarme ai carabinieri della Stazione Prati, preoccupato per l’assenza di contatti con la mamma. Poi la tragica scoperta del corpo senza vita, adagiato a terra, senza apparenti segni di violenza.
Secondo quanto emerso dalle indagini sulla sua morte, il decesso del giudice D’Alessandro sarebbe avvenuto per cause naturali. In casa, nessun segno riconducibile a un’effrazione. Tutto in ordine, così come la sua vita trascorsa nei meandri più profondi della giustizia italiana.
Fonte Foto: https://www.facebook.com/simonetta.dalessandro.56